Riforma del demanio, i balneari chiedono un confronto
L'azzeramento delle concessioni balneari nel 2023 ha messo in subbuglio chi da generazioni svolge il lavoro da balneare
Da una parte, mandare ad assegnazione con tanto di bando le concessioni demaniali per quanto riguarda le spiagge, rappresenta un atto di normalizzazione; dall'altro però ci sono famiglie che da generazione svolgono il proprio lavoro in stabilimenti che si tramandano da padre in figlio e che si ritroverebbero rovesciate.
“Le imprese balneari sollecitano Governo e Parlamento ad avviare un confronto per definire in tempi rapidi una riforma del demanio individuando il giusto equilibrio tra i principi della concorrenza e la doverosa tutela degli attuali concessionari”.
E’ quanto chiedono in una nota congiunta le sigle maggiormente rappresentative del settore balneare Sib Confcommercio, Fiba Confesercenti, CNA Balneari, Imprese Demaniali Confartigianato e Federbalneari Italia dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha stabilito che le concessioni balneari devono essere riassegnate entro due anni attraverso evidenze pubbliche.
“Occorre scongiurare – prosegue la nota – un pesante impatto sociale ed economico su 30mila imprese balneari italiane, sul loro indotto e sull’ecosistema turistico costiero, che rischiano di essere messe in liquidazione dopo la difficile ripartenza a causa della pandemia e aver realizzato rilevanti investimenti ancora da ammortizzare per continuare ad assicurare un’offerta di servizi turistici balneari di alta qualità, capace di attirare clienti e turisti nazionali e internazionali”.